LA FRIULANA ALFA SISTEMI È HUMAN CENTRIC

6 March 2023

Nell’Industry 5.0 è prevista una visione che persegue la crescita lanciando il tema del benessere del lavoratore al centro del processo produttivo. Molte aziende, anche in Italia, stanno aderendo a questa direttiva, sostenuta dalla Commissione Europea. Non può essere però solo un adeguamento, bensì una missione che guida a 360 gradi le scelte del management, anche nelle imprese hi-tech. Pioniera in questa cornice è la friulana Alfa Sistemi, fondata oltre vent’anni fa da Ferruccio Meroi, oggi Ceo. Sua spalla, come Executive Partner, è Federica Meroi.
Quattro sedi in Italia (la base a Udine, poi Milano, Buttrio e Roma) e una a Bangkok. Il core di Alfa Sistemi è offrire a molteplici settori di mercato soluzioni informatiche ‘su misura’, adottando le tecnologie più innovative.

Negli ultimi anni, sono state diverse le azioni concrete per coniugare i processi industriali 5.0 e il benessere dei collaboratori.
Tanto da etichettare Alfa Sistemi come azienda ‘human-centric’.

“Siamo animati dalla convinzione, condivisa a tutti i livelli, che far ‘stare bene’ le persone nel proprio ambiente lavorativo sia una missione imprescindibile, importante tanto quella di offrire un servizio di qualità ai clienti – spiega Ferruccio Meroi – . Per questo, abbiamo avviato già da tempo alcune iniziative orientate al well-being delle nostre persone: dalla mensa aziendale gratuita, al servizio ‘maggiordomo’, a video corsi di fitness personalizzati, al più recente ‘sportello di ascolto’, dove uno psicologo sarà a disposizione di chi ne vorrà fruire”. Una risposta, dunque, per offrire attenzione, cura e – aggiunge Meroi – “gratitudine alla persone che scelgono di costruire insieme a noi il proprio percorso professionale”.

Questione di responsabilità, qualità umana rara che talvolta viene accantonata nei settori industriali più competitivi. La considerazione del benessere dell’uomo va poi di pari passo con la sostenibilità. Come si coniuga la transizione digitale ormai necessaria con la transizione green?

Per Federica Meroi, “la tecnologia deve essere vista come un fattore abilitante per la competitività del tessuto industriale del nostro paese, competitività che si gioca anche sul piano della sostenibilità, della riduzione degli sprechi e dell’efficientamento energetico. Basti pensare che, secondo un recente studio, oltre il 60% delle persone dichiara che, se dovesse scegliere tra due prodotti, acquisterebbe quello prodotto da un’azienda attenta al tema della sostenibilità anche se più costoso”.

Non è solo uno slogan o ‘green-washing’. “No. È una necessità sociale oltre che economica: le nuove generazioni nascono e crescono attente e sensibili ai temi ambientali e pretenderanno altrettanto dalle aziende con cui entreranno in contatto. La digitalizzazione della supply chain, che passa anche per l’adozione di soluzioni di blockchain, industrial IoT, di monitoraggio dei propri asset produttivi, tutto in ottica collaborativa e integrata, consente di monitorare e misurare i propri processi e di guardare ad una maggior efficienza ed efficacia. Le tecnologie oggi sono disponibili, la vera sfida, che noi di Alfa Sistemi raccogliamo ogni giorno, è metterle a terra in modo tale da essere utili ai processi di business delle nostre aziende e, al contempo, delle persone che vi lavorano”.

L’ “industria del futuro”, secondo le indicazioni UE, non può prescindere dalla formazione dei lavoratori orientata alle sfide sociali. Alfa Sistemi ha implementato percorsi di specializzazione molto innovativi, come le aule immersive del Metaverso.

“Il tema della formazione, in tutte le sue declinazioni, skill upskill e reskill, diventa cruciale – aggiunge Federica Meroi – in un contesto complesso e in continuo mutamento come quello attuale. Nella società così come nelle imprese. Noi proviamo a rispondere a questa esigenza, che confermiamo essere fortemente sentita, con iniziative come un piano formativo aziendale condiviso e formalizzato che affianca a temi tech anche ambiti più legati ai cosiddetti soft skill. Skill che stanno diventando sempre più centrali come comunicazione, gestione del tempo, dei team. Non posso poi non menzionare i Bootcamp che organizziamo con LEF, l’azienda digitale modello di San Vito al Tagliamento, per far toccare con mano il binomio azienda-tecnologia e come quest’ultima, applicata nel modo corretto, diventi un reale abilitatore di competitività.

Ulteriore sfida è coniugare l’impiego dell’intelligenza artificiale con i valori dell’umanesimo. Tra questi, sostenibilità, resilienza, attenzione alla qualità della vita personale e collettiva. È un approccio alla portata delle PMI italiane?

“L’intelligenza artificiale – ricorda il Ceo – è uno strumento e come tale deve essere approcciato, nel mondo aziendale diventa human-centric quando la sua applicazione è funzionale a far lavorare meglio le persone, ad esempio automatizzando attività di routine o supportando le persone laddove il proprio lavoro debba avvenire in ambienti ‘estremi’. Non considero l’AI come un possibile futuro sostituto dell’uomo, tutt’altro: non si tratta di uomo versus Artificial intelligence bensì di uomo più Artificial intelligence versus problemi da risolvere“.

“Mi piace pensare – aggiunge Federica Meroi – che l’etimologia di ‘intelligenza’ venga in supporto a questa considerazione: inter – legere ossia essere capaci di leggere, di stabilire connessioni e relazioni tra diversi aspetti della realtà, per averne una comprensione più ampia e profonda. Una capacità, direi, tutta umana. Sicuramente l’azienda che vuole intraprendere un percorso di transizione digitale – e non uso a caso il termine ‘transizione’ perché si tratterà di un processo continuo – sarebbe agevolata nel farlo se fosse supportata da un sistema di incentivazione chiaro ed accessibile in modo semplice. Confidiamo di avere presto, su questo fronte, novità”, conclude Ferruccio Meroi.

 

Articolo di Francesca Schenetti, giornalista della testata TiLancio, pubblicato il 06/03/2023.

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