Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: quali sono gli impatti potenziali per le aziende?

12 July 2022

In questo approfondimento, andremo a capire con l’aiuto dei nostri partner del Polo Tecnologico Alto Adriatico, cos’è il PNRR e quali sono i contributi erogati in favore delle imprese per incentivare l’internazionalizzazione e la transizione digitale ed ecologica.

 

PNRR, cos’è?

L’Unione Europea ha stanziato nel corso del 2021 alcune risorse finanziarie nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) che ciascuno stato membro ha predisposto per accedere ai fondi Next Generation EU (NGEU). Il pacchetto prevede riforme e investimenti per il periodo 2021-2026.

L’Italia, avendo conseguito tutti gli obiettivi fissati dal PNRR per il primo semestre del 2022, ha inviato alla Commissione Europea la richiesta per la seconda rata dei fondi. Il valore complessivo è di 24,1 miliardi di euro (suddivisi fra 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti).

Questo 2022 è un anno importante per le imprese per poter pianificare nuovi investimenti e puntare alla ripresa. I principali interventi hanno coinvolto pubblica amministrazione, sanità, scuola, cultura, digitalizzazione e ambiente.

focus strategici del piano sono tre:

  1. digitalizzazione e innovazione: punta a rendere le imprese italiane più competitive a livello europeo. Inoltre, contribuisce a sviluppare strategie di diversificazione della produzione e stimola la capacità di adattamento in tempi rapidi ai continui cambiamenti dei mercati;
  2. transizione ecologica: l’obiettivo qui è di formare un’economia sempre più sostenibile anche per le generazioni future. Mira al miglioramento della competitività del sistema produttivo, allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali e, di conseguenza, all’aumento dell’occupazione;
  3. inclusione sociale: in questo obiettivo rientra la parità di genere, la valorizzazione dei giovani come risorsa di sviluppo, il superamento delle differenze nel territorio italiano.

Maggiori info: https://www.mise.gov.it/index.php/it/pnrr

 

PNRR e Digitalizzazione

Nell’ambito della Missione 1 – Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” il Piano Transizione 4.0 coinvolge potenzialmente molte più imprese rispetto a prima in quanto l’iper-ammortamento viene sostituito con appositi crediti fiscali, il riconoscimento del credito non è più su un orizzonte annuale, gli investimenti immateriali agevolabili vengono estesi con l’aumento delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati.

crediti d’imposta sono fruibili in tre anni in quote di uguale entità. In caso di investimenti di beni materiali “ordinari” è utilizzabile a partire dall’anno successivo. Se si tratta invece di beni “Industria 4.0” a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione.

Alcuni riferimenti a titolo esemplificativo:

  • Credito imposta beni materiali e immateriali: 40-50%;
  • Credito imposta formazione 4.0: 30% delle spese ammissibili per le grandi imprese nel limite massimo annuale di 250 mila euro;
  • Credito imposta ricerca e sviluppo: circa 15%, retroattivo;
  • Credito imposta innovazione, tecnologia, design: circa 15% retroattivo.

Maggiori info: https://www.mise.gov.it/index.php/it/pnrr/progetti-pnrr/pnrr-transizione-4-0

Quali finanziamenti sono possibili?

Questo piano d’azione prevede agevolazioni erogate sotto forma di contributo a fondo perduto e di finanziamento agevolato, anche in combinazione tra loro. A seconda della tipologia di investimenti cambia la misura del bonus fiscale.

Gli investimenti finanziabili con questa misura sono possibili in queste aree:

  • beni materiali e immateriali direttamente connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi (beni capitali);
  • ricerca, sviluppo e innovazione;
  • attività di formazione alla digitalizzazione.

Sono agevolabili i beni materiali e immateriali che possiedono i requisiti di novità, strumentabilità del processo produttivo e della tipologia aziendale, eleggibilità e rispetto dei requisiti tecnici specifici per ogni categoria di beni.

Nel dettaglio, i beni materiali devono soddisfare dei specifici requisiti a seconda della categoria di appartenenza:

  • Beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati
  • Sistemi per l’assicurazione della qualità e sostenibilità
  • Dispositivi per l’interazione uomo-macchina e per il miglioramento della sicurezza del luogo di lavoro

Mentre i beni immateriali sono da considerarsi software, sistemi, system integrator, piattaforme e applicazioni per produzione, logistica, progettazione e sicurezza informatica.

Le agevolazioni per questa categoria sono salite da 20 a 50% nel corso del 2022, mentre quella per i beni materiali si attesta fino ad un massimo di 50%.

Ora è sicuramente un momento propizio per le aziende per investire nella transizione digitale: una missione verso la digitalizzazione con approccio sostenibile è possibile.

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